E’ un processo con il quale si ottiene un pezzo finito lucido naturalmente. Il manufatto nella fase chiamata “cuoio” (stadio in cui il pezzo non è ancora completamente asciutto e abbastanza flessibile) viene lucidato con pietra d’agata più volte prima del processo di cottura. La Brunitura crea una finitura lucida piacevole e raffinata all’oggetto finito.
Anche detto “steccatura” che indica l’uso prolungato di una stecca al fine di livellare e lucidare con uno sfregamento applicato con forza dal vasaio premendo e lisciando fino al ottenere la compattezza della superficie.
Tecnica usata nel bucchero è un tipo di ceramica nera e lucida, spesso fine e leggerissima, prodotta dagli etruschi per realizzare vasi. Il bucchero fu utilizzato in Etruria dal secondo quarto del VII secolo a.C. alla prima metà del V secolo a.C.
Tra il IX ed l’VIII secolo a.C. si sviluppa in Etruria ed in alcune zone dell’Emilia e della Romagna la cosiddetta età Villanoviana che è documentata in tutti i centri su cui sorgeranno più tardi le città etrusche di età storica. Le necropoli erano caratterizzate dalle tombe a pozzo ed a fossa, scavate nel terreno e nella roccia. Entro il pozzetto veniva posta l’urna di impasto talvolta di bronzo, nella tipica forma biconica, o più raramente a capanna, che conteneva le ceneri del defunto. Insieme all’urna veniva deposta la suppellettile vascolare e di metallo (vasi, armi, oggetti di ornamento).La produzione ceramica inizia ad assumere un certo interesse per quantità e fattura. Spesso è presente una decorazione a carattere geometrico. Molto del vasellame era appunto in bucchero.
L’VIII secolo a. C. fu un periodo di grande espansione per la civiltà etrusca; l’estensione delle necropoli e la qualità dei corredi delle tombe, ormai tutte ad inumazione, mostrano in atto un forte incremento demografico e l’avviarsi di un processo di differenziazione sociale; è di questa epoca l’insediamento delle prime colonie greche in Italia ed è allora che si sviluppa un fiorente commercio tra le città dell’Etruria marittima e la Grecia. Ed è così che compaiono le prime ceramiche con le figure rosse e nere tipiche della storia ceramica greca
L’arte del filo rappresenta una delle forme più antiche di artigianato, da noi conosciuta soprattutto la filigrana in oro tipico artigianato Ligure e Sardo. Ma la storia della filigrana è un’arte ancor più antica presente anche nel mondo ceramico. Molto utilizzata in alcuni periodi storici soprattutto per produrre stoviglieria ceramica estremamente elegante e raffinata.
Particolarmente veniva usata in bianco, infatti veniva utilizzata per creare rilievi che poi smaltati davano un delicato rilievo. Sicuramente qualcuno di voi ne avrà trovate nelle case delle nonne!
Nata probabilmente durante l’anno 1000 nei paesi islamici culla di tutte le arti decorative. Oggi molto poco usata ma ancora presente in pochissimi laboratori artigianali in quanto è una tecnica che richiede una particolare attenzione.
Di seguito vi mostro tre oggetti particolarmente antichi e pregevoli
Bottiglia di probabile origine araba forse del XII XIII secolo Coppa di ceramica , Iran orientale Ghazni XIII inizi del XIV secoloCoppa di ceramica, Iran orientale XIII inizi del XIV secolo
Dal
14 marzo al 10 maggio 2020 in
mostra una rassegna di sculture in ceramica
in
cui diciassette artiste plasmano, attraverso l’argilla,
ricordi
di infanzia e simboli appartenenti alle fiabe e ai miti
Roma,
14 febbraio 2020
– Le torri delle Mura Aureliane, la sapiente arte ceramica di un
gruppo di artiste e il fantastico mondo simbolico delle fiabe: sono
questi gli elementi che compongono la mostra “NARRAZIONI
D’ARGILLA. Gli Archetipinelle
fiabe e nei miti”
ospitata al
Museo delle
Mura dal
14
marzo al 10 maggio 2020.
L’esposizione,
a ingresso gratuito e promossa da Roma
Capitale,
Assessorato
alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni
Culturali,
è ideata dall’associazione
culturale Officina
creativa le Lase
ed è curata da Manuela
Troilo.
Servizi museali Zètema
Progetto Cultura.
“Narrazioni
d’argilla”
è una rassegna d’arte ceramica in cui l’argilla viene lavorata
in tutte le declinazioni possibili, con particolare attenzione alle
sperimentazioni e contaminazioni
dell’avanguardia artistica contemporanea.
Unite
dall’amore per un mezzo espressivo così versatile, diciassette
artiste provenienti
da percorsi molto diversi si sono
unite in questo progetto espositivo per raccontare le loro emozioni,
intessute di ricordi di infanzia, e rappresentare
gli archetipi femminili, ma non solo, che si incontrano nelle favole,
nei miti, e nei racconti epici.
Attraverso
un insieme di oltre
70 opere
di dimensioni differenti – alcune quasi miniature, altre alte 2 mt
– propongono
spunti di riflessioni e insieme di giocosa fantasia espressiva,
spaziando dalle
citazioni di Basile a quelle di Calvino, secondo cui la fiaba è “una
spiegazione generale della vita; il catalogo dei destini che possono
darsi a un uomo e una donna, soprattutto per la parte di vita che è
il farsi un destino: la giovinezza, che poi vede la sua conferma
nella maturità e nella vecchiaia”.
Le
artiste sono
FrancescaBedetti,
FernandaAndreaCabello,
CinziaCatena,
AlessandraDiMarco,
EmanuelaFabozzi,
AnnaMariaGrippo,
Luisa Del
Vecchio,RobbieMazzaro,
MariaGraziaMorsella,
SperanzaNeri,
PaolaRamondini,
FrancescaRomanaSansoni,
AlessandraSpina,
ManuelaTroilo,
RaffaellaTroise,
MariaValerio,
TatianaViduatto.
La
mostra si snoda all’interno degli spazi di Porta San Sebastiano,
nelle due torri e nel camminamento tra di esse che sovrasta la porta
delle mura difensive di Roma.
In
apertura di percorso è possibile ammirare alcune piante
magiche con i loro semi,
la pelle del
drago,
antiche
calligrafie
incise su cubi in ceramica attraversati dal tempo e lastre di terra
cromata con testi cuneiformi.
Nella
sala sopra la porta, poi, le sculture ispirate allo specchio
dei desideri
(simbolo per antonomasia della ricerca del sé) si alternano a volti
di principesse,
fate,
streghe e
regine e
personaggi dell’epica classica lavorati con particolari tecniche
ceramiche e decorative quali il neriage, l’engobbio, il bucchero,
il raku naked, pitfire e obvara.
Una
sezione della mostra è riservata ad “Alice
nel paese delle meraviglie”
di Lewis Carroll, narrazione ricca di metafore: la figura di Alice è
stata rappresentata usando solo argilla bianca, unita a qualche
piccolo dettaglio rosso a simboleggiare il passaggio dall’infanzia
all’adolescenza.
Infine,
uno spazio è dedicato anche alla produzione artistica di 10 bambini
(allievi del Laboratorio “Colori in volo” di Alessandra Di Marco)
che, attraverso il progetto “Il mondo di Pinocchio”,
rappresentano la bellezza della manipolazione della terra e la
freschezza del gesto ingenuo e originale di un fanciullo.
Il
valore dell’argilla
L’argilla
è una materia solo apparentemente povera; è ricca di significati
artistici e spirituali. I manufatti in argilla sono infatti la più
antica delle forme artigianali di cui siano pervenute testimonianze
attraverso i secoli e sono stati di fondamentale importanza per la
cronologia universale (i reperti più antichi di argilla cruda
lavorata risalgono a circa 9.000 anni fa).
Il
ceramista è una figura quasi mitica, perché la trasformazione e la
lavorazione dell’argilla si ricollegano intimamente all’azione
divina del Creatore. Le antiche religioni impiegavano la ceramica per
riprodurre tangibilmente i loro dei, formulando riti propiziatori per
mezzo di “immagini” in argilla.
E ci siamo amici, inizia il nuovo anno scolastico e con esso anche i corsi di ceramica, ed io sono pronta ad accogliervi con il piacere di sempre di donare le mi conoscenze e abilità! 🥰
Vi aspettiamo il 28 e il 29 aprile al Galoppatoio di Villa Borghese presso il gazebo ECS (vicino Pompieropoli con i vigili del fuoco) dove saremo ad offrire laboratori gratuiti per tutti i bambini abili e disabili.
“Albero… vita per la vita” è il nostro laboratorio dove ognuno potrà realizzare il proprio alberello da portare via.
Il laboratorio è offerto da:
Pandora Ability – “Imparando… dalle mani” è un
progetto che nasce dalla volontà di poter offrire opportunità sociali e
professionali a persone disabili nell’ambito della ceramica. E’ destinato a
portatori di disabilità psichiche (come, ad esempio, disturbi intellettivi e
relazionali, oppure Sindrome di Down, Autismo) oppure sono affetti da malattie
rare che, molto spesso, oltre a dismorfismi e a disabilità fisiche, includono
anche quadri poliformi di disabilità psichiche.
Cos’è Pandora Ability – “Imparando… dalle mani”: uno spazio creativo nel quale le persone diversamente abili possono esprimere le proprie potenzialità e trovare uno spazio di aggregazione con gli altri. Uno spazio in cui entrano in rapporto con la realtà, esplorare e stabilire un contatto fisico ed emotivo con i compagni e con gli insegnanti, dove lo “stare insieme” è un grande potenziale per la crescita umana individuale e di tutto il gruppo, stabilendo una condizione di benessere psicofisico della persona disabile.Questo laboratorio affina abilità indispensabili per lo sviluppo motorio, la manipolazione è importante in quanto attraverso questa attività si pongono obiettivi e si sperimentano sistemi di rappresentazione mettendo in evidenza il grado di sviluppo motorio, percettivo, lo stile personale e le caratteristiche emotive.
Cos’è l’argilla ?
L’argilla o creta è la materia prima usata per la fabbricazione della ceramica. Essa si
reperisce in negozi specializzati, di articoli di belle arti, da ceramisti o altrimenti si
può prelevare dal terreno stesso. La si trova di solito a 50 cm/1 m circa di profondità
nei punti dove la terra si è staccata di netto, sui gomiti o nelle crepe vicino ai torrenti
L’argilla sotto il profilo mineralogico è una roccia composta, da uno o più minerali,
classificati chimicamente come silicati idrati di alluminio con quantità subordinate di
altri elementi quali: magnesio, sodio, potassio, calcio e ferro.
Le argille dal punto di vista cristallografico appartengono ai fillosilicati da “fullon”
dal greco foglia, di fatti, la sua struttura chimica è composta da strati di elementi
combinati atomicamente in tetraedi e ottaedri che formano dei “pacchetti”, che
costituiscono l’unità fondamentale della sostanza.. Tra gli interstrati dei pacchetti
oltre che al sodio ed al potassio vi risiedono alcune molecole d’acqua , tipiche dei
materiali argillosi, chiamate acqua degli interstrati.
All’interno dei teatredi e degli ottaedri formati dall’ ossigeno, dall’ossidride, dall’
alluminio e dal silicio si combinano con essi alcune sostanze idrossili che formano la
cosiddetta “acqua chimicamente combinata”.
Inoltre per essere impastata l’argilla necessita di ulteriore acqua aggiunta che evapora
quasi totalmente durante l’essiccazione
Lavorazione dell’argilla
L’argilla deve essere ben impastata prima della modellazione in modo da eliminare
tutti gli eventuali vuoti d’aria e renderla compatta; generalmente l’argilla acquistata
pronta per l’uso ha subito questo trattamento di pressurizzazione con appositi
macchinari. Inoltre bisogna usare piccoli accorgimenti e cura nella lavorazione, non
manipolarla eccessivamente per evitare di sfaldare la sua struttura in modo che non si
formino crepe e rotture durante le fasi di essiccazione e cottura.
Essiccazione
Una volta creato, un manufatto va lasciato riposare all’aria. Durante l’essiccazione
l’oggetto subisce una riduzione di volume che varia a secondo della qualità di argilla
utizzata: le particelle d’acqua evaporano, lasciando così degli spazi vuoti, le altre
molecole, quindi, slittano avvicinandosi, coprendo quasi tutto lo spazio lasciato
dall’acqua. I vuoti che rimangono una volta avvenuta l’essiccazione danno luogo alla
porosità dell’oggetto.
Cottura:
Una volta essiccato il manufatto, lo si cuoce, in forni speciali che raggiungono
temperature molto elevate; con la cottura l’oggetto si riduce ulteriormente e diviene
più leggero e resistente. Esistono diversi e numerosi modi di cuocere l’argilla, ma in
ogni caso il calore deve aumentare gradualmente e la cottura è un processo che
necessita di molte ore..
A 200°C avviene la prima eliminazione dell’acqua residua dell’impasto e dell’acqua
contenuta fra gli interstrati;
tra i 300°C e i 600°C circa l’oggetto subisce la combustione delle materie organiche e
viene liberata l’acqua “chimicamente combinata;
A 800°C avviene la decomposizione dei carbonati di calcio:
oltre i 1000°C temperature che generalmente vengono raggiunte per la cottura del
gres o del caolino cominciano a fondere i feldspati dando luogo a una vetrificazione
tipica delle due qualità di argille soprannominate .
Il raffreddamento del forno deve essere raggiunto gradualmente; il momento più
critico e quando la temperatura passa dai 650°C ai 500°C dove avviene il processo di
riconversione del quarzo, minerale presente i tutti i tipi di argilla.
Dopo la cottura l’oggetto ha subito un’ulteriore riduzione di volume che varia a
secondo della qualità di argilla utilizzata e del tipo di forno in cui è stato cotto.
Qualità e varietà dell’ argilla
l’argilla, quindi appare, da cruda, come una massa plastica di colore diverso a seconda
dei minerali e degli ossidi da essa contenuti. I colori variano dal bianco, giallo grigio,
rosso, blu, marrone e nero.
Le proprietà dell’argilla si possono riferire. alla resistenza, la plasticità, la rapidità di
essiccazione, la riduzione, la qualità di cottura e la vetrinatura: non tutte queste
qualità possono corrispondere ad un solo tipo di argilla ; ad esempio un tipo di terra
altamente plastico di solito ha la spiacevole caratteristica di essere altamente
riducente.
Esistono quindi vari tipi di argilla con qualità diverse:
I tre costituenti principali di una base di argilla sono: materie plastiche, refrattari e
fondenti. La plasticità è data dall’argilla stessa.
Materie plastiche:
-Caolino o porcellana cinese di colore bianco ha una bassa plasticità, e scarso potere
essiccante. Ha minima riduzione ed è refrattario , difficile da fondere.
-Argilla sabbiosa é usata per la plasticità. E di grana fine ed ha un’alta resistenza a
secco, ma subisce una forte riduzione
-Gres. ha una plasticità simile, ma una caratteristica refrattaria maggiore.
-Argille refrattarie. resistenti al fuoco, alcuni tipi sono forti e plastici. Contribuiscono
a risolvere i problemi di resistenza e di riduzione nella fase di essiccazione:
Refrattari:
-Silice, sabbia, quarzo o flint. Non sono plastici essi aprono l’argilla di base aiutando
l’essiccamento, riducendo il restring
-Grog: ceramica cotta sgretolata aggiunta alla base argillosa con lo stesso scopo
Fondenti:
-Feldspato: fondente più comune che si scioglie quando è cotto, per fondere insieme
la materia base.
-Nepheline-syenite. fonde ad una temperatura leggermente inferiore.
-Calcio(bianchetto) e magnesio (talco)sono fondenti a più alte temperature.
Accenni sulla decorazione e colorazione degli oggetti di terracotta.
La decorazione dei manufatti può avvenire sia durante la lavorazione lasciando
impronte con oggetti anche di uso comune (ad esempio pettini, forchette, corde ecc.),
incidendo l’argilla quando è ancora fresca o a durezza “cuoio”, con basso rilievo
oppure colorando e disegnando il manufatto.
I colori usati per la decorazione della terra cotta sono di vario tipo:
-colori da ingobbio. sono colori generalmente composti da terre e ossidi, si usano sul
biscotto (oggetto cotto una volta) o a crudo. Con la cottura si fondono e rimangono
opachi. Normalmente sono polveri damescolare con l’acqua, in commercio si trovano
anche già mescolate
-La cristallina: è una vernice trasparente composta di silice sostanze vetrose e
sostanze fondenti: si presenta come una polvere bianca da diluire nell’acqua (1kg di
cristallina per circa 1l d’acqua). Si applica immergendovi l’oggetto o per aspersione
con una ciotola o con una pistola da aerografo: L’essiccazione della cristallina è
istantanea, l’oggetto viene ricoperto di polvere bianca, che cotta, diventa vetrosa
rendendolo impermeabile e facendo risaltare il suo colore o l’eventuale decorazione
sottostante:
-Gli smalti: si presentano sempre come polveri, hanno lo stesso effetto vetrificante
della cristallia, ma si differenziano da essa in quanto coprenti e di viversi colori: essi
sono composti da pigmenti, ossidi, da cristallina ed elementi coprenti .Si applicano a
pennello o come la cristallina.
-I colori da ceramica a freddo. sono smalti lucidi che vengono dati sul biscotto. non
necessitano di ulteriore cottura ,ma danno un risultato di colorazione piuttosto freddo.
La decorazione della ceramica è un procedimento piuttosto delicato e solo con una
lunga esperienza si possono raggiungere i risultati desiderati.
Cenni storici
La creta o argilla è da considerarsi un materiale povero, ampiamente utilizzato
dall’uomo di tutto il mondo, fin dalla preistoria.
Gli oggetti di terracotta ritrovati dagli archeologi negli scavi si rivelano molto utili
per le datazioni degli strati archeologici e come testimonianze di fatti ed eventi (
anfore funerarie, vasi. monili, statuette ecc).
Le prime testimonianze archeologiche dell’origine della ceramica risalgono al periodo
neolitico, quando a causa della nascita dell’agricoltura e dell’allevamento del bestiame
l’uomo primitivo cominciò ad insediarsi in comunità e a costruire villaggi.Nel medio
oriente nbei millenni 9000 7000 a. C.. in Europa nel 7000 a. C.
La conoscenza dell’argilla e delle sue capacità plastiche probabilmente è avvenuta del
tutto casualmente; L’attenzione dell’uomo primitivo potrebbe essere stata attirata da
impronte lasciate su un terreno argilloso ed essiccate al sole o dal rassodamento del
terreno dove ardeva il fuoco.
La caratteristica primaria della ceramica neolitica è di essere cotta nel fuoco e si
manifesta in due tipi di manufatti: figurine a tutto tondo e contenitori (ciotole, tazze
stoviglie vasi) plasmati e levigati a amano di forme semplicissime che traggono
l’ispirazione dai vegetali. L’esigenza estetica era già vivamente sentita dall’uomo
primitivo e si esprimeva con decorazioni incise, con corde che lasciano l’impronta
sull’argilla fresca, o incisioni puntiformi che seguono un modulo lineare:
Dapprima l’arte della ceramica probabilmente veniva praticata soprattutto dalle donne
che costruivano stoviglie e contenitori per i cibi. In seguito con l’invenzione della
ruota da vasaio vi fu un primo passo verso il perfezionamento della tecnica di
fabbricazione e si ebbe possibilità di ottenere stoviglie e contenitori di forme più
complesse (vasi, anfore otri ciotole ecc.) con forme simmetriche rispetto all’asse di
rotazione della ruota Si andò così sviluppando l’arte del vasaio che divenne un vero e
proprio mestiere; botteghe si andarono ad insediare vicino ai giacimenti argillosi e i
vasai mantenevano segrete le tecniche di lavorazione tramandadosele di padre in
figlio.
Nel tardo medioevo in Italia centro-settentrionale, le ceramiche erano fabbricate con
il tornio e una volta cotte, venivano immerse in una vernice piombifera vetrosa che
non alterava il colore della terra, ma le impermeabilizzava. .Per colorarle si
aggiungeva a questa cristallina il colore manganese o il verde ramina. Dopo il XIII
secolo le decorazioni e i colori si arricchirono e procedimenti divennero più
sofisticati
Una forte tradizione commerciale e artistica della ceramica si sussegue nei secoli fino
all’inizio del nostro secolo.
Con l’avvento dell’era industriale e lo sviluppo tecnologico ed economico nel mondo
attuale il mestiere del vasaio e andato via via scomparendo: sono ormai pochissimi gli
artigiani ceramisti che lavorano con il tornio e riescono a praticare la loro arte come
solo mezzo di sostentamento.
Piccola ricerca antropologica e mitica sull’argilla.
Nella società Europea tradizionale il mestiere del vasaio era spesso esercitato da un
gruppo più che da individui singoli. Esistevano famiglie di vasai ed ogni membro
metteva “le mani in pasta”. i vasai generalmente commerciavano i propri prodotti
portandoli alle fiere o li affidavano ad intermediari.
In quasi tutte le parti del mondo è praticata la lavorazione dell’argilla e della
ceramica. :l’uomo primitivo attribuiva all’argilla dei significati simbolici del mondo
spirituale. Basta solo ricordare il mito biblico della creazione . In cui Dio plasmò
l’uomo con l’argilla a sua immagine e somiglianza e gli diede la vita soffiandogli
sopra..
Levy-Strauss ha fatto delle ricerche su varie popolazioni tribali del Sudamerica e ha
trovato diversi miti che collegavano l’origine della lavorazione della terracotta con
miti cosmologici. un esempio interessante è dato da un racconto degli indiani Achvar
del Sudamerica: “Si narrava un tempo che il Sole e la Luna erano due fratelli umani e
vivevano sulla terra: Difatti in quel tempo non si dormiva mai, non si alternava mai il
giorno e la notte. Essi vivevano nella stessa casa ed amavano la stessa donna Aoho
che significa Succiacapre specie di uccello sudamericana. Aoho amava il caldo
abbraccio di asole e temeva invece il corpo freddo di Luna: Sole orgoglioso di questa
situazione si vantò burlandosi di suo fratello, tanto che Luna si irritò e salì in cielo
tramite una liana, che collegava il cielo alla terra. Dall’alto Luna soffiò su Sole e lo
eclissò. Aoho trovandosi sola, senza i suoi sposi prese una cesta piena di argilla di cui
si servivano le donne per fare la ceramica e salì sulla liana che conduceva al cielo, ma
Luna indispettito dalla gelosia tagliò la liana: Aoho si tramutò in un uccello il
Succiacapre, e volò via. ancora adesso chiama con i suoi lamenti, durante le notti di
plenilunio, lo sposo che l’ha abbandonata. La cesta con la terra cadde e si andò a
spargere qua e là formando i giacimenti di argilla. Sole ristabilitosi dal soffio di Luna
seguì suo fratello in cielo senza riuscire più a incontrarlo: Fu così che non
incontrandosi mai il sole e la luna alternarono il giorno e la notte.
Al giorno d’oggi plasmare l’argilla e lavorare la ceramica è una piacevole ed
rilassante attività che ci permette con poca spesa e in modo semplice di creare
costruire manipolare esprimendo la nostra immaginazione e fantasia.
In questo breve laboratorio di 4 incontri di due ciascuno si impareranno alcune
tecniche di base per lavorare l’argilla e decorare la terracotta in modo da poter creare
oggetti utili e decorativi per se e da regalare. Inoltre viene lasciata aperta la possibilità
di continuare insieme quest’attività riproponendo e approfondendo il corso.
Aggiungo anche un accenno sul programma delle tecniche utilizzate durante il corso.
di Licia Rossi